La breve vita della Squadriglia “Gigi tre Osei” nell’aeroporto di Thiene (Vicenza)

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17.12.1944 al 24.12.1944
racconto del Serg.Magg. Cavagliano Carlo






Il 17 dicembre, improvvisamente tutta la mia squadriglia, la “Gigi Tre Osei” con il Capitano Drago al Comando di 12 Splendidi Gustav G-14/AS si trasferi sul campo di fortuna di Thiene. Un campo di fortuna reale, sprovvisto di ogni benché minima attrezzatura aeroportuale, completamente allo scoperto e senza nessuna difesa antiaerea. Una striscia erbosa lunga un 800 metri e larga una cinquantina, disposta sull’asse Vicenza – Thiene, con l’entrata in campo con Vicenza alle spalle, fatta da un ampio fossato a semicerchio con ai lati degli alti pioppi, che con il nostro arrivo vennero sfruttati per fare da riparo a 5 Gustav con il ruotino di coda posto su dei ponticelli di legno messi in semicerchio secondo l’andamento del fossato e delle reti mimetiche sulle cime dei pioppi, sul lato sinistro in tutta la sua lunghezza. La strada provinciale con a fianco la ferrovia sul lato destro in vicinanza del fossato, un cascinale agricolo con più avanti a un centinaio di metri del campo, un trio di piccoli caseggiati in mattoni con una piccola chiesetta, poi campagna e sul finire verso Thiene un lungo e stretto caseggiato. Questo era il Campo di Thiene, che in quel momento veniva gestito da tre avieri tedeschi addetti al centralino telefonico collegato con il nostro Centro Operativo. Noi 12 piloti per alloggio e mensa ci sistemarono in albergo al centro della cittadina di Thiene; una trentina di nostri specialisti, arrivati il giorno prima con un pulman e un camion di materiale di prima necessita per l’assistenza ai nostri Gustav, li sistemarono in una caserma degli alpini in prossimità del nostro albergo. Lo scopo della nostra collocazione in quella specie di aeroporto, era di intercettare qualcuna di quelle formazioni di caccia bombardieri Thunderbolt, che giornalmente tenevano sotto controllo tutte le vie di comunicazione e in specie la ferrovia che portava al Brennero. Avevamo già fatto delle Azioni di caccia libera, ma non eravamo riusciti a prendere contatto con nessuna formazione nemica, in più il tempo non era clemente, essendo relativo alla stagione invernale, creandoci dei seri problemi, specie ai Gustav; questi, sebbene coperti da tendoni nella notte, al mattino con il gelo costituivano un problema per i nostri specialisti impegnati a riscaldarli e a renderli pronti a partire in 3 minuti. Il mattino del 22 dicembre si presento con un po’ di foschia vicino terra, ma il cielo era sereno, però molto freddo; alle ore 10:40 ci fecero decollare per una caccia libera, contemporaneamente decollarono da Osoppo 8 Gustav dei Diavoli Rossi e da Aviano 6 della Gamba di Ferro. Solo la 2° Squadriglia Diavoli Rossi ebbe un contatto balistico con degli Spitfire, appena dopo il decollo da Osoppo e uno Spitfire venne dato per abbattuto dal Magg. Bellagambi, senza nessuna perdita da parte nostra. Noi della 1° Squadriglia ci fecero girare per più di un ora senza averci mai segnalato la presenza di formazioni nemiche e poi ci fecero rientrare a Thiene, scornati e insofferenti da tanto girovagare alla ricerca di un nemico invisibile.

Trascorse un altro giorno di inattività, poi al mattino del 24 dicembre, la beffa! Gli specialisti stavano facendo i rifornimenti e le solite manutenzioni ai nostri 12 Gustav, sette dei quali dislocati in linea di fronte sul lato destro del campo e cinque messi in semicerchio, con la carlinga e il ruotino di coda sui ponticelli di legno messi sul fossato all’inizio del campo, con alle spalle Vicenza; per meglio mascherarli, erano state stese delle reti mimetiche sulle cime dei pioppi, in quel periodo invernale interamente spogli, messi ai lati del fossato. Noi 12 piloti eravamo li davanti alla casa, improvvisato ufficio telefonico in attesa di ordini operativi, quando all’improvviso, provenienti da Nord ad una quota di 1500 metri sulla verticale fra Thiene e il Campo, giunsero 8 cacciabombardieri Thunderbolt che con tutta tranquillità iniziarono il loro micidiale carosello, prima divertendosi a centrare con le due bombe alari, di cui erano corredati, la fila dei nostri Gustav, messi in linea di fronte sul lato destro del campo; poi con le mitragliatrici sino all’esaurimento dei proiettili, incendiarono e distrussero completamente i nostri 12 meravigliosi Gustav 14/AS. Non se ne salvo uno. Nessuna vittima tra il nostro personale e nemmeno tra i pochi tedeschi addetti al campo di Thiene; le uniche vittime, furono due civili abitanti nel cascinale a ridosso del fossato coi pioppi, dove erano parcheggiati i rimanenti Gustav, compreso il mio. Noi piloti, compreso qualche specialista, all’inizio del carosello dello sgancio delle bombe, ci riparammo nella robusta casetta di mattoni dove era installato il telefono e al sedicesimo scoppio, uscimmo per vedere i 7 Gustav sul lato del campo che bruciavano tutti e i rimanenti messi in semicerchio, stavano per essere presi di mira dalle 64 mitragliatrici degli 8 Thunderbolt. Come iniziarono il mitragliamento, noi 12 piloti e qualche specialista ci buttammo a pesce in due buche strette e lunghe che all’origine servivano per interrare mascherandoli i fusti di benzina, buche profonde poco più di un metro e mezzo e lunghe 5 metri con il fondo argilloso gelato, poste a ridosso della casetta del telefono; io e Drago fummo gli ultimi ad arrivarci e ci sistemammo a pancia all’aria per seguire il carosello indisturbato dei Thunderbolt nel farci fuori sistematicamente , uno ad uno i nostri Gustav. Noi nella buca non eravamo sulla loro linea di tiro, ci passavano a lato verso la ferrovia; a 30/40 metri da noi ed alla nostra altezza smettevano di sparare per virare in cabrata a sinistra per tornare, sino a quando anche i 5 Gustav del fossato non furono distrutti. In più , nel loro ultimo passaggio notammo che erano rimasti senza cartucce; avevano esaurito tutti i colpi. Alla fine uno di loro, forse il capo formazione, si mise a girare a pochi metri da terra e nel cerchio che fece un pio di volte erano comprese le nostre due buche, al che Drago raccomandava di non muoverci per non farci individuare. Io credo che tutti i Thunderbolt avessero finito i colpi, perchè se ci avessero dato una innaffiata con le loro 8 mitragliatrici, avrebbero fatto marmellata di tutti noi; comunque il Thunderbolt dopo un paio di giri si allontano seguito dai suoi compagni . uscimmo dalle buche guardandoci sbigottiti tutte quelle rovine fumanti che ci circondavano. 12 magnifici Gustav che stavano terminando di bruciare. L’unica nota che ruppe quella tensione di sgomento, fu la vista di uno di noi che, ultimo sul fondo della buca a pancia sotto era mezzo soffocato e totalmente imbrattato d’argilla, che al calore di tutti quei corpi era era sgelata, cosi al che Drago gli chiese “MA TU CHI SEI?” e questi, spuntando argilla e moccoli in romagnolo farfuglio “MINGOZZI IL BEL TENEBROSO”! Ci scappo qualche risata e quella fu l’unica nota lieta della giornata. Per conto mio fummo giocati due volte, la prima da chi ci aveva mandati in un campo cosi scoperti senza nessuna protezione, controllabili da tutte le direzioni, e che sapeva già in partenza che saremmo finiti in quel modo; la seconda giocata, credo di non sbagliare se dico che la fece il comando partigiano di Thiene che controllo tutti i nostri movimenti, segnalando il momento giusto per l’intervento dei Thunderbolt al Comando Operativo Americano. E noi abbiamo fatto la fine dei fessi: unico lato positivo, nessuno di noi della “Gigi Tre Osei”, piloti e specialisti ci lascio la pellaccia e raccogliendoci come brandelli sparsi, piloti e specialisti a bordo dell’autobus e del camion con i quali erano arrivati gli specialisti, ritornammo a Pordenone con le pive nel sacco e tanta amarezza nell’animo. La festa del natale ci porto un po’ di serenità, per giunta la vita e la guerra continuavano e quello che era successo era un fatto come tanti altri.







Comandante della squadriglia "Gigi Tre Osei":
Capitano Ugo Drago (asso della caccia italiana)
Piloti
Ten. Valenzano Raffaele, Ten. Giorgio Mario, Ten. Camionati Antonio, Ten. Fissori Alfredo, Ten. Betti Bruno, Ten. Sarti Giuseppe, Ten. Abba, S.Ten. Fagiano Amedeo, S.Ten. Orsolan Sergio, S.Ten. Luziani Renato, S.Ten. Squassoni Felice, S.Ten. Medico Galdini Salvatore, M.llo Cavagnino Giovanni, M.llo Vignoli, M.llo Mingozzi Renato, Serg.Magg. Cavagliano Carlo, Serg.Magg. Camerani Stefano, Serg.Magg. Baldi Loris, Serg.Magg. Passuello Pietro, Serg.Magg. Mazzi Sergio, Serg.Magg. Pezza, Serg.Magg. Zanetti, Serg.Magg. Marin Luigi, Serg.Magg. Minetti, Serg.Magg. Benzi Enrico, Serg.Magg. Torre Giuseppe.


Nome dei piloti americani che parteciparono all’azione su Thiene il 24 dicembre 1944
Lt. Thomason - Lt. W. Smith - Lt. Wells - Lt. Hausner
Lt. Hitchcock - Lt. Pickerel - Lt. Pye - Lt. Freeborn

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